La delegata lombarda Simona Fossati inizia il suo intervento al Congresso con una precisazione: «Noi in Lombardia non prendiamo lezioni di antifascismo da nessuno, nemmeno dal candidato alla presidenza Di Trapani». Prosegue quindi sottolineando che è molto importante «ritrovare la dignità dell’attività sindacale» e dice: «No a giornalisti di serie A e di serie B. Non abbiamo bisogno di inventarci contratti depotenziati né alternative Cococo, vanno stabilizzati e per questo ci vuole un sindacato forte, le parole del contratto devono trasformarsi in azione, in quel contratto c’è tutto. Abbiamo tutto quello che serve per ripristinare la legalità dentro e fuori le redazioni».
Poi Fossati affronta il tema della tutela dei freelance e dei precari: «Le associazioni territoriali devono dare veri servizi a chi lavora fuori dalla redazione e aprire tavoli con gli editori, in questo modo possono avvicinarsi anche i giovani e tutti quei colleghi disperati spersi per il territorio».
Se il sindacato, incalza, vuole dare servizi veri, «le associazioni devono potere agire e diventare più forti. L’equo compenso? La Fnsi – incalza – è andata a firmare una cosa scandalosa, affossando la legge sull’equo compenso, poi definito iniquo compenso. E non pensiamo di fare un equo compenso a tariffe ridotte: il lavoro di chi è fuori dalla redazione deve costare di più che quello del redattore, così si può ripristinare la parità del lavoro, altro che quella di genere. È il tempo delle azioni, ed è per questo che sostengo la candidatura di Paolo Perucchini alla segreteria della Fnsi».