No alla manipolazione linguistica, alla fake news, all’istigazione all’odio. Questi i punti, in sintesi, toccati da Paolo Pozzi, delegato lombardo al Congresso Fnsi. Dopo aver ricordato che la Costituzione italiana non è una Costituzione qualsiasi, ma è nata dalla Resistenza contro il nazifascismo, sottolinea che crede «in un sindacato dei diritti, di tutti, non dei privilegi per le poltrone di pochi. Credo – dice – nella solidarietà in contrapposizione agli interessi corporativi di chi grida più forte, nell’etica del mercato del lavoro, la trasparenza, la deontologia della professione e anche in quel benedetto articolo 2 della legge istitutiva dell’Ordine che parla di verità sostanziale dei fatti in contrapposizione alle fake news, al falso e al fango, alla denigrazione delle persone, all’istigazione all’odio e alla manipolazione linguistica». Compito del sindacato, sottolinea Pozzi, è di fare i contratti, ma anche di «parlare del futuro del giornalismo: dopo l’epoca del falso e fango, ora c’è questa tecnica, subdola, di manipolazione linguistica che non è giornalismo, specie nei titoli dei giornali della carta stampata». E si chiede (e chiude con degli interrogativi): «A quale futuro del giornalismo andiamo incontro? La manipolazione linguistica porta a quella delle coscienze, che a sua volta porta a quella del voto, che portano poi a cosa? Alla cancellazione dei diritti civili?»