«Gli autonomi sono stufi di sentire i direttori in tv dire “dal nostro inviato a Kherson” o “dal nostro inviato a Kiev”. Mai come nell’occasione della guerra in Ucraina l’informazione è stata delegata a freelance e precari». Queste le parole con cui il segretario aggiunto uscente della Fnsi Mattia Motta ha aperto il suo intervento al 29° Congresso della Federazione nazionale della Stampa in corso al PalaCongressi di Riccione.
«Abbiamo interessi mai come in questo momento configgenti con la politica – ha continuato Motta -. Sono stati dati centinaia di milioni di euro per accompagnare alla porta delle redazioni troppi colleghi e farne entrare troppo pochi. Mi spiace che sia andato via il presidente della Fieg, perché avrei voluto chiedergli come mai ha sostenuto nei tavoli col governo che il precariato non è un problema e che nel nostro settore non esiste. Però l’equo compenso degli editori è stato ratificato, quello dei giornalisti aspetta da 11 anni, è inaccettabile». Infine una riflessione sul futuro del giornalismo: «La nostra professione sta diventando una professione per censo, è una cosa profondamente ingiusta e alla quale dobbiamo ribellarci».