“In questi anni siamo stati un campo di battaglia, l’Inpgi è stato usato per raggiungere altri traguardi: è questa la vera sconfitta”. È quanto affermato da Marina Macelloni, presidente di Inpgi all’apertura del secondo giorno del Congresso Fnsi a Riccione.
“Siamo ancora vivi e, se un anno fa il governo avesse scelto di rendere totalmente pubblico l’ente, oggi non saremmo qui a rappresentare gli interessi previdenziali della categoria”, prosegue Macelloni.
“C’è una parte di lavoro sempre più autonomo che ha bisogno di dignità”, dice la presidente, che poi cita alcuni numeri: “Gli iscritti alla vecchia gestione separata sono 46.646. Garantiscono un flusso di contributi di 55 milioni all’anno, e il patrimonio sfiora 900 milioni. Le criticità sono infatti nei redditi: per i liberi professionisti sono 17.200 euro annui, 9.300 per i Co.Co.Co. Le altre casse parlano di 20mila euro per i biologi o 45mila per i periti industriali”.
“L’obiettivo – conclude Macelloni – è consegnare ai giornalisti la libertà di scegliere se lavorare da dipendenti o liberi professionisti, con prospettive di vita e lavoro identiche. Questo sarà il ruolo di Inpgi nel futuro”.