«Noi cronisti in Lombardia non siamo più in grado di garantire un’informazione completa e autorevole, lo dico con la morte nel cuore un’amarezza infinita, perché l’incrocio delle situazioni a cui dobbiamo sottostare sta distruggendo la possibilità di avere questa informazione. Il diritto di cronaca negli ultimi anni si trova di fronte a un attacco frontale, storico, inusitato». Non usa mezzi termini Fabrizio Cassinelli (Milano), che rappresenta i cronisti lombardi, circa 250 colleghi cronisti di tutte le testate della regione.
Dopo aver sottolineato che «anche in Lombardia l’antifascismo è un valore, così come il rispetto», ha sottolineato che «la legge Cartabia per le regole sulle informazioni e la comunicazione ha dato il colpo finale: ci sono procure che non permettono più ai giornalisti di salire o agli organi investigativi di parlare, colleghi denunciati per aver dato i risultati di un’autopsia, colleghi inondati di messaggini ma senza un contradditorio, colleghi che si trovano a gestire notizie date con un mese di ritardo, notizie nascoste, divulgate solo quando fa comodo cioè quando il caso è risolto».
Così, l’informazione della realtà è «completamente distorta, il problema è un’informazione incompiuta al cittadino», l’analisi di Cassinelli.