«La ristrutturazione del lavoro e lo smantellamento delle redazioni rappresentano il problema principale oggi per chi si occupa di informazione locale». Così Bepi Martellotta, presidente dell’Assostampa Puglia, che ha ricordato «la tragedia del fallimento della Gazzetta del Mezzogiorno e la sua rinascita solo lo scorso anno con grandi difficoltà».
Nello stesso territorio, «un altro quotidiano sta cercando di fare informazione senza allestire una redazione e quindi senza occupare i giornalisti, un pericoloso modello produttivo, che consiste nell’avere redazioni con 4 o 5 Co.co.co. sottopagati con il desk da un’altra parte», aggiunge.
«La domanda principale è: la Fieg, dov’è? Ho visto con piacere qui Riffeser, ma dov’era in questi anni? Se l’informazione è democrazia, questo settore non doveva essere difeso anche da una rappresentanza datoriale che invece di andare sommessamente a bussare alle porte dei poteri forti per chiedere qualche aiuto di Stato doveva sbattere i pugni per chiedere una vertenza nazionale, un piano di salvataggio dell’intero sistema editoriale né più né meno come si è fatto in altri settori? Perché nessuno si è fatto vivo in questi anni? Si voleva solo ottenere una riduzione del costo del lavoro», incalza Martellotta, che invita i protagonisti a svegliarsi «per fare politiche attive del lavoro e creare occupazione, non per smantellare le redazioni».
Le associazioni territoriali «sono state lasciate sole. Gli editori – conclude – non si siedono più ai tavoli, e i Cdr sono ricattati, pressati, diventa difficile fare attività sindacale. Il futuro si può costruire se c’è una volontà comune. Si fa azione di lobby anche quando si pretende che il governo, oltre che riempirsi la bocca di democrazia dell’informazione, si sieda a un tavolo a ragionare con noi su come salvarla».