“Siamo immersi in un mondo che vive un cambiamento veloce e incontrollabile. Un mondo dove gli algoritmi stanno per entrare nelle redazioni e spesso gli articoli che arrivano dal web sono pieni di titoli ‘acchiappa-lettori’, dove cliccare equivale a rendere felice uno sponsor”. Lo sostiene a Riccione la delegata romana Anna Maria Caresta.
“Viviamo un mondo dove il giornalista lo fa chi ha grande seguito su TikTok o Instagram, ma giornalista non è – prosegue Caresta -. Un mondo dove il cellulare ti spia e ti ascolta, mondo che porta una perdita dei posti di lavoro e rischia di lasciare indietro i professionisti”.
“Ecco io voglio sapere allora come si nutrono questi algoritmi, cosa ci finisce dentro, voglio affiancare le nuove figure professionali. Solo conoscendo al meglio quello che accade possiamo capire la realtà. Non voglio essere schiava di un algoritmo, che è come un bambino viziato sfuggito alla nostra attenzione, che è sì veloce, ma non ha occhi, orecchie o sensibilità”.